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Equilibrio Posturale |
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a cura del Prof. Adolfo panfili
Presidente Associazione Internazionale
di Medicina Ortomolecolare
La medicina ortomolecolare può offrirvi una soluzione risolutiva. Scriveteci per un consulto o per conoscere il centro di medicina ortomolecolare a voi più vicino.
Procediamo per gradi iniziando dalla saggezza orientale:
Secondo la filosofia cinese l’intero universo sarebbe costituito
dall’oscillazione di forze primordiali definite "Yin" e "Yang" ."Yang" è
considerato il principio maschile attivo, generatore per eccellenza,
associato al sole, alla luce ed incarna il principio vitale e
creativo. Lo "Yin" è invece considerato l’archetipo del femminile,
associato con la Luna, l’acqua e le tenebre e la morte. Il corpo
umano come l’Italia è attraversato letteralmente da una serie di
autostrade dove attraverso una fitta rete di caselli e svincoli
vengono smistate una miriade di veicoli che trasportano energia.
Tale complessa viabilità è altrimenti nota come sistema dei
meridiani di agopuntura e la Medicina Tradizionale Cinese li ha
puntualmente descritti da svariati millenni. Queste autostrade
principali vengono percorse quotidianamente da da un fluido
scorrevole, incolore, di natura non cellulare comunemente definito:
Chi, Orgon, Prana, ecc. utilizzando termini e sinonimi mutuati dalle
lingue orientali. Così come durante un percorso autostradale è utile
sostare per un rifornimento di carburante o per rilassarsi in un
classico :”Auto Grill” esistono lungo i meridiani di agopuntura dei
punti elettromagneticamente privilegiati,definiti punti di
agopuntura, provvisti di piccole cellule ovali denominate
"Corpuscoli Bonham", che circondano i capillari cutanei, i vasi
sanguigni ed altri organi corporei, laddove l’energia compie
importanti funzioni di relè e connessione finalizzate alla corretta
gestione delle energie circolanti.
Allorché‚ si rinforza un determinato
muscolo risultato debole al test kinesiologico, confrontando il
paziente con un farmaco, sia esso un prodotto allopatico,
omeopatico, una vitamina, un minerale, un fiore di Bach etc, si
otterrebbe secondo i kinesiologi un’anticipazione sull’eventuale
benefico effetto apportabile all'organo corrispondente ed ovviamente
al paziente stesso.
La guarigione non dovrebbe essere mirata al semplice transitorio mascheramento dei sintomi perseguibile con l'applicazione di terapie altrimenti definite sintomatiche. Utile invece risalire al primo anello della catena causale della malattia, che una volta identificato consente di praticare una “medicina essenziale e liberatoria”. La scelta di una terapia sintomatica spesso rispecchia il dubbio diagnostico che circonda talune patologie nell’attesa di ricorrere a strategie ben più definitive può essere utile ricorrere a terapie mirate alla mera sopravvivenza del paziente.
(Scuola Salernitana)
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Attualmente nessuno mette più in dubbio l'esistenza del ritmo cardiaco e della circolazione sanguigna e della respirazione, ma da tempi immemorabili innumerevoli dispute e controversie in merito animavano a tal proposito i vari docenti delle antiche università che coniavano l'attuale scibile medico. Ancora non è di dominio pubblico e scientifico l’incontrovertibile evidenza scientifica che un altro sistema respiratorio è in azione da sempre nel nostro corpo. Tale sistema, altrimenti conosciuto dagli addetti ai lavori come Sistema Cranio-Sacrale, è un fedele barometro della salute generale dell’organismo umano ed è rappresentato dalle meningi, che rivestono come guaine l'intero midollo spinale ed il cervello stesso. Tali rivestimenti sono denominati: Dura Madre, Aracnoide, Pia Madre e sono provviste di una pulsatilità autonoma ed indipendente dal ritmo del respiro e di quello cardiaco. Sia il cervello che il midollo spinale e tutte le radici nervose sono ricoperti dalla Dura Madre, la più esterna e rigida delle tre meningi, che assolve una funzione eminentemente protettiva, inserendosi a livello della prima e seconda vertebra cervicale per estendersi fino ed oltre l'osso sacro, includendo il coccige (l'ultima propaggine della colonna vertebrale).
La respirazione cranio-sacrale consente lo sviluppo di un meccanismo di aspirazione-compressione capace di determinare la circolazione dinamica ed autonoma del fluido cerebro-spinale (liquor) internamente alla dura madre, per seguire poi il suo decorso dal cranio, per l'appunto, all'osso sacro. La frequenza delle pulsazioni di questo cuore accessorio è di ben 6-12 atti al minuto nelle situazioni di normalità, ma tale ritmo può variare pericolosamente nei casi patologici quali traumi, contusioni, esiti di anestesie generali, interventi chirurgici, punture lombari ed in talune malattie infiammatorie.
Quando il ritmo cranio-sacrale rallenta, l'energia corporea appare come appannata, fino a caratterizzare situazioni critiche come il coma od altri tipi di lesioni cerebrali. L'accelerazione del SCS, invece, si riscontra nei bambini ipercinetici, nelle infezioni acute con rialzi termici elevati, nelle malattie dismetaboliche e nelle intossicazioni alimentari e da stupefacenti. Nella fase inspiratoria la colonna vertebrale si estende e le fisiologiche curvature che la contraddistinguono si spianano per azione dei muscoli coinvolti nel meccanismo della respirazione. Nella fase espiratoria si verifica il meccanismo opposto. Tutta questa serie di eventi subliminali non coinvolge la corteccia cerebrale e pertanto ce ne possiamo capacitare solo se soffermiamo la nostra consapevolezza a livelli pi— profondi della dinamica del respiro, come per esempio avviene nel corso del Rebirthing (l'arte del saper respirare). La respirazione cranio-sacrale coinvolge perciò oltre al cranio ed all'osso sacro, il cingolo scapolo-omerale, quello pelvico, e tutte le strutture vitali che dalla colonna vertebrale si dipartono. L'alterazione delle pulsazioni cranio-sacrali può essere percepita, con un po' d'esercizio, dal terapeuta Ortomolecolare ed in tal caso potrà essere formulata la diagnosi di Sindrome Disfunzionale Cranio-Sacrale. Un difetto della dinamica cranio-sacrale può conseguire ad un banale colpo di frusta cervicale, conseguente ad un tamponamento automobilistico o ad una caduta accidentale sulle natiche o ad un ruzzolone dagli sci, scatenando una torsione con irrigidimento della dura madre, spesso responsabile di gravissime emicranie, periatriti scapolo-omerali, cervicalgie, oppure lombosciatalgie recalcitranti alle comuni terapie e perfino al trattamento chirurgico. In linea di massima i traumi cranici e quelli a carico della prima e seconda vertebra cervicale, sull'osso sacro o sul coccige coinvolgono la dura madre ed in taluni casi possono compromettere la respirazione cranio-sacrale.
Spesso mi capita di visitare dei pazienti che, dopo un minimo trauma diretto sul coccige od in seguito ad un tamponamento automobilistico, riferiscono un progressivo deterioramento della forza e dello stato di salute, con dolori alla testa o al collo od alla bassa schiena. Ciò consegue al fatto che il nostro organismo ha grosse capacità di compensare, entro certi limiti, eventuali traumi occorsi, ma qualora l'intensità della lesività del trauma risulti particolarmente violenta, o se un ulteriore evento lesivo si aggiungesse al precedente, il meccanismo di compensazione va in tilt e non riesce più ad arginare la situazione, lasciando straripare quei dolori prima latenti che finalmente emergono in superficie in tutta la loro drammaticità Il colpo di frusta cervicale crea un sovraccarico meccanico sulla quinta vertebra cervicale, pertanto piuttosto distante dalla prima e seconda vertebra cervicale, notoriamente coinvolte nella respirazione CS. Le cose peggiorano allorché ‚ al momento della collisione il cranio risulta essere in minima torsione laterale, magari perchè‚ al momento dell'urto l'infortunato si era rivolto alla persona seduta accanto a lui. Se a ciò si aggiunge la brusca accelerazione impressa dalla forza dell'urto alla prima vertebra cervicale (Atlante) che tende a scivolare in avanti rispetto all'occipite. Gli esiti di un colpo di frusta cervicale non possono essere valutati con il semplice riscontro radiografico o tomografico (tac)o RMN (Risonanza Magnetico Nucleare) e richiedono un attento inquadramento clinico. Non sempre utile per esempio l'inveterata abitudine di applicare un tutore d'immobilizzazione (Collare di Schantz) dopo 48 ore dall'evento traumatico cervicale, poiché ‚ in tale lasso di tempo si realizza tutta una serie di contratture muscolari antalgiche (protettive) che "congelano" il tratto di colonna traumatizzata in una posizione antianatomica, creando quello che viene definito “blocco vertebrale”. In tali casi è molto meglio somministrare dell'Arnica in basse diluizioni (7-9CH)eventualmente abbinabili a degli antinfiammatori allopatici. Subito il trauma il medicamento omeopatico d’elezione è senz’altro l’Arnica alla 200° K (diluizione korsakoviana) da assumersi in monodose per via sublinguale, mentre si proseguirà con le basse diluizioni in più dosaggi ravvicinati fino ad attenuazione dei sintomi. L’applicazione del Collare di Schantz potrà essere valutata solo ai casi d'immediato riscontro. La diagnosi apre l'importante capitolo del trattamento cranio-sacrale che richiederà l'apporto di personale medico specialista in ortopedia con indirizzo chiropratico. Fondamentale in situazioni post-traumatiche la scelta di un terapeuta idoneo e competente, specializzato in tale tipo d'approccio. Sconsigliabile ricorrere a personale improvvisato, sedicenti manipolatori,chiropratici, osteopati che non siano in grado di fornire un più che dettagliato curriculum inerente la loro preparazione, poiché i danni provocati dalla manipolazione erronea della colonna vertebrale possono essere enormi ed irreparabili.
Di fronte al dolore cervicale e lombare è importante interrogarsi sulla genesi di tale disagio appurando la causa che ha generato lo squilibrio muscolare posturale,verificando se la sintomatologia emergente scaturisca dall’appoggio plantare errato e/o da una cattiva occlusione dentale. Per postura corporea s’intende una funzione integrata individuale caratterizzata da un enorme numero di variabili esterne capaci d’influenzare sia il corpo che la psiche¸ essa esprime inoltre la capacità individuale di mettere in relazione le varie parti del corpo in modo da assicurare ora e per il futuro la massima efficienza nella funzione comportamentale e nel funzionamento psicologico. Tra queste variabili è utile soffermarsi in particolare sui piedi e sui denti, ma procediamo per gradi. cominciando dall’alto parlando di occlusione dentaria. Quando si parla di normocclusione ci si riferisce ad un archetipo ideale nel quale i denti s’intercuspidano (si incastrano, nda) ben precisi e codificati rapporti anatomici: per es. le linee verticali che separano gli incisivi centrali superiori ed inferiori devono essere allineate tra loro, mentre i canini superiori devono cadere all'esterno e più lontani rispetto al centro della bocca rispetto a quelli inferiori, etc. La mancata corrispondenza di tali parametri anatomici dentali è inquadrabile nell’ampio contesto di quella condizione patologica clinica definita malocclusione, laddove fossero sovvertiti un maggior numero di tali indici geometrici sarà invece plausibile la definizione di malocclusione grave. Obiettivo dell’odontoiatra e dell’ ortodonzista dovrebbe essere non solo quello di costruire occlusioni coordinate ed esteticamente soddisfacenti, ma tenere in debita considerazione tale modello geometrico dentale nello spazio tridimensionale postulato su un coordinamento delle posizioni reciproche delle ossa mascellari e della loro ripercussione sulla postura. La mancata compensazione di una malocclusione può generare effetti disastrosi a breve, medio e lungo termine. Lo sbilanciamento della coordinazione neuromuscolare dell’articolazione temporo mandibolare (ATM) funge da innesco di una serie di esplosioni a catena di sintomi alla base di disturbi di varia natura dolorosa e disfunzionale con ripercussioni anche sull'omeostasi posturale tra i quali vanno menzionati:
L’insieme di questo complesso e fastidioso corteo sintomatologico viene peraltro definito in ambito clinico come Sindrome di Costen.
E’ opportuno pertanto considerare l'occlusione ideale non solo come una costruzione geometrica dell'incastro dentale, ma come la modalità di combaciamento della posizione mandibolare nel momento dell'incontro delle arcate superiore ed inferiore. Fin dai tempi più remoti l’occlusione era posta dagli antichi medici egizi e cinesi alla base della salute dell’individuo al punto che perfino la scelta degli schiavi avveniva considerando la dentatura uno dei parametri essenziali. In definitiva un buon coordinamento della posizione spaziale dei mascellari e dell'ingranaggio dentale consente di ottenere una centratura dell'occlusione, funzionale che spesso può non coincidere con la geometria estetica più rigorosa. Sarebbe opportuno coniare un neologismo per riqualificare il Sistema Stomatognatico, come la chiave di volta del Sistema Posturale Globale. Utile considerare che l'estetica dell’occlusione, per esempio nella rappresentazione del sorriso, non dovrebbe mai essere disgiunta dalla centratura funzionale. Se ci si trova a dover fronteggaire una malocclusione secondaria (conseguente) ad un torcicollo, provocato a sua volta da una sub-lussazione dell'articolazione sacro-iliaca, sarà completamente inutile ostinarsi a focalizzare ogni sforzo terapeutico sull'articolazione temporo-mandibolare, ATM, cercando di sedare la sintomatologia dolorosa qui localizzata. La guarigione causale richiederà l'eliminazione dell'interferenza primaria, ovvero dello squilibrio dell'assetto del bacino e poi, qualora il dolore non scompaia, e solo in un secondo tempo, potrà essere necessario risolvere la problematica mandibolare ed occlusale. In tali evenienze, come spesso accade, bonificando la problematica causale si ottengono delle ecclatanti remissioni dei sintomi dolorosi.
Utile paragonare gli esseri umani a piante dotate di radici mobili,
in questo caso i piedi, il cui appoggio può influenzare, in base
all'entità della prono-supinazione (rotazione) dell'avampiede e del
retropiede, la funzione masticatoria modificando la meccanica
dell'osso ioide. A proposito di questo minuscolo ossicino-jolly, è
opportuno sottolinearne l’eclettica importanza strategica dal punto
di vista posturale globale. Si tratta di un piccolo osso impari,
mediano, a forma di ferro di cavallo, posto a mo di ponte levatoio
tra mandibola,laringe, sterno, clavicola e scapola che come un
fondamentale crocevia contribuisce alla pavimentazione della cavità
orale, relazionandosi inoltre all'osso temporale, allo sterno,
all'estremità della clavicola e della scapola, per mezzo di muscoli
e legamenti.
L’osso ioide influenza ed è influenzato a sua volta dall’appoggio
plantare e masticatorio, una sorta di preziosissima piccola cerniera
cervicale sulla quale si inseriscono una serie di muscoli cosiddetti
masticatori ioidei che come instancabili pulegge devono poter
scorrere su piani geometricamente ben determinati per determinare il
tono (grado di resistenza muscolare residua)ottimale di tutti i
muscoli che concorrono a realizzare la funzione occlusale e
plantare. Ecco perché molti ortopedici, pediatri ed ortodonzisti
dovrebbero scambiarsi qualche informazione specialmente sui loro
giovani pazienti almeno per telefono al momento d’intraprendere una
terapia gnatologica che potrebbe comportare modifiche posturali
proiettabili ben oltre le loro singole previsioni.
Tali muscoli sono responsabili d'importanti variazioni dell'assetto
della mandibola e perciò delle arcate dentarie. Nella pratica
clinica capita sovente di verificare che l'applicazione di un
plantare può creare immediatamente delle significative variazioni a
carico dell'occlusione e viceversa un apparecchio ortodontico
modificare la postura degli arti inferiori.
Talora dei precontatti dentari svaniscono non appena si corregge
l'assetto plantare di un paziente che si era sottoposto ad un
controllo ortodontico-kinesiologico perché‚ magari lamentava dei
dolori durante la masticazione o mal di testa.
Un corretto studio dell'appoggio plantare e della marcia eseguito da personale rigorosamente medico e specializzato in ortopedia (e non da un semplice tecnico ortopedico) potrebbe aiutare a migliorare la qualità di vita individuale del paziente affetto da scoliosi o da dolori vertebrali: sciatiche, lombalgie, cervicalgie, ecc.
Piede lasso o piatto, piede cavo, disturbi osteo-muscolari ed altre alterazioni della volta plantare dovranno essere inquadrate in un ampio contesto globale plantare/masticatorio. Oltre alle classiche indagini di routine, problematiche del genere vengono affrontate dalla Medicina Ortomolecolare con la valutazione dell'appoggio plantare e dell'andatura, finalizzate alla cura adeguata dei pazienti portatori di scoliosi e/o cifosi, che si baser… sull'utilizzo di un plantare dinamico-ortomolecolare ovvero mirato, oltre che a sostenere il piede stesso, a stimolarlo in punti focali ben precisi, congiuntamente all'utilizzo, come dicevamo prima, di presidi correttivi della masticazione e/o dell'occlusione (vedi articolo seguente).
Prevenire è meglio che curare: camminare bene per vivere in salute
L'importanza del piede
E’ risaputo che il piede non assolve soltanto la funzione di sostegno, ma influisce in modo determinante sull'apparato muscolo-scheletrico, oltre che contribuire alla buona circolazione sanguigna e linfatica (azione di cuore vascolare plantare o pompa plantare). Un corretto appoggio plantare aiuta e stimolare i vari organi inducendo una preziosa e tonificante azione reflessogena. I processi d'invecchiamento, le patologie, ma forse ancor di più la negligenza e la trascuratezza rendono il povero piede una sorta di cenerentola posturale impededendogli di assolvere efficacemente le meravigliose funzioni posturali alle quali è preposto.
Anche la gentetica può giocare talora un ruolo determinante nella
genesi delle patologie plantari come nel caso dell’alterata
morfologia plantare come nel piede piatto o cavo o per uno scorretto
assetto in pronazione-supinazione, valgismo-varismo. La compromessa
efficienza del piede comporta quindi l'insorgenza di fastidiosi
disagi altrimenti noti coem:metatarsalgie, talloniti, tendinite,
neuroma di Morton etc. e/o di patologie indotte quali gonalgie,
pubalgie, lombaggini, sciatalgie, brachialgie, cefalee, disturbi
neurovegetativi, disturbi circolatori etc. etc. Il piede inoltre
mette in atto le proprie naturali difese; ecco quindi la comparsa di
ipercheratosi (calli, duroni etc) o l'acquisizione di atteggiamenti
scorretti di compensazione che influiscono negativamente su muscoli,
tendini, legamenti, articolazioni, che col trascorrere del tempo
tendono a cronicizzarsi e quindi diventano di difficile
eliminazione.
Inoltre deve possedere le caratteristiche seguenti:
poco ingombrante, adattabile ad ogni tipo di scarpa, morbido, flessibile, plastico, realizzato con materiali di alta qualità, tale da garantire la traspirazione del piede, la durata e la resistenza agli acidi della sudorazione.
Indubbia l’utilità di valutare accuratamente dal punto di vista diagnostico congiuntamente l’aspetto dell’appoggio plantare e quello occlusale-masticatorio ai fini di una opportuna terapia rieducativi-posturale.
Deglutizione e deambulazione sono anelli della stessa catena posturale e pertanto eventi posturali strettamente correlati tra di loro; gran parte dei problemi deambulativi potrebbero conseguire ad una problematica dell'apparato stomatognatico non accertata o non adeguatamente trattata. La deambulazione, nel soggetto normale, si realizza intorno ai 12-13 mesi di età dopo un periodo di cosiddetto "gattonamento" che consente, tramite un "rodaggio" di movimenti incrociati ed alternati degli arti superiori ed inferiori (Cross-Crawl), di preparare perfezionandolo continuamente il sistema nervoso a gestire opportunamente questo nuovo sistema di locomozione. Tali schemi motori (engrammi) sono strettamente correlati alla deglutizione ed alla masticazione ed importante che l'odontoiatra vanti nel suo bagaglio culturale delle solide basi concernenti non solo la riabilitazione protesica e restaurativa, ma che enfatizzi il ripristino della superficie occlusale delle cuspidi dentarie, prendendo giustamente in considerazione i rapporti intercorrenti tra il tavolato occlusale e le altre strutture anatomo-funzionalmente correlate quali l'ATM, e l’apparato propriocettivo plantare per esempio. Attualmente anche in ambito universitario si sta rivalutando la stretta collaborazione tra occlusione dentale, fisiopatologia dell'ATM e plantare, confermando che qualsiasi componente dell'organismo umano (cingolo scapolare, pelvico, bacino, ginocchio, piede, anche, ecc.) è in grado in qualche modo d'influenzare la postura globale e cionondimeno l'ATM e l’occlusione stessa.
Ogni paziente è la sintesi meravigliosa di almeno tre componenti essenziali: la sfera psichica, quella chimico-metabolica e quella strutturale. Questi tre lati dell'ipotetico triangolo equilatero della salute possono creare da soli od in concorso tra di loro dei quadri patologici clinicamente sovrapponibili quali un'emicrania od una lombalgia, per esempio. Questi tre lati sono intimamente collegati tra di loro e ciò significa che i tre aspetti non possono essere considerati separatamente senza che lo specialista che si occupa dell'uno non sappia cosa si verifica sugli altri due. Il byte e le placche masticatorie in genere sono strumenti attraverso i quali si ristabilisce la normale occlusione dell'apparato stomatognatico o meglio di tutte quelle strutture (muscoli, ossa, nervi, denti) in armonia fisiologica tra di loro, consentendo alla colonna di ritrovare l'integrazione posturale perduta, riguadagnando spontaneamente l'assialità evitando talora di dover ricorrere alla correzione passiva imposta da bustini e tutori in vetroresina per trattare scoliosi e cifosi per esempio. Opportuno sottolineare che sarà necessario risolvere le problematiche occlusali in tempi brevi, senza cioè indebolire ulteriormente il paziente obbligandolo a lunghe e sfibranti attese che potrebbero far perdere l'efficacia della sinergia terapeutica della rieducazione plantare. Qualsiasi programma di riorganizzazione posturale non dovrebbe mai essere disgiunto da una corretta alimentazione congiuntamente all'allestimento di un presidio masticatorio efficace per poter validamente contribuire alla risoluzione della problematica del paziente (cefalee, recalcitranti al comune trattamento con farmaci, ed intensi dolori cervicali e lombari, periartriti, ecc. ecc.). Molti pazienti affetti da sciatiche, da ernie discali espulse, già candidati ad interventi chirurgici, possono essere restituiti ad una qualità di vita eccellente con il semplice bilanciamento masticatorio e/o l'applicazione di un plantare magari proprio alla vigilia del fatidico intervento di discectomia visto che l’attuale tendenza dell’ortopedia moderna è quella di sottoporre ad intervento chirurgico solo i pazienti affetti da ernia discali espulse, migrate con sintomi neurologici ingravescenti ed in netto inevitabile peggioramento.
Ciò che più lascia allibiti è il fatto che questa inoppugnabile esperienza scientifica non Š stata opportunamente valorizzata e divulgata, specialmente a livello universitario, impedendo a terapeuti e medici di acquisire consapevolezza a riguardo.E’ auspicabile che i delatori dell'agopuntura, dopo aver appreso tali dati, rivedano il loro punto di vista a riguardo. Come abbiamo preannunciato, il corpo è in realt… attraversato da queste autostrade invisibili, privilegiate da informazioni energeticamente rilevanti, che confluiscono in una sorta di "Gran Raccordo Anulare" identificabile in due grandi collettori denominati Vaso Governatore e Vaso Concezione, che neanche a farlo apposta sono connessi tra di loro da un ponte conduttore rappresentato dall'occlusione dentaria centrica. Tutti i denti influiscono sulle articolazioni mandibolari; essi sono paragonabili a dei fusibili che regolano il flusso di energia nei vari distretti corporei. Il guasto anche di uno solo di questi fusibili di un'autovettura, il cui costo commerciale probabilmente non supera le 300 lire, è capace d'immobilizzare anche una Ferrari da 150'000 euro. Non importa se il fusibile da ripristinare nella macchina "en panne" sia autentico o sia fatto con un pezzetto di carta stagnola, l'importante è ricreare il ponte elettrico per il passaggio dell'energia; solo allora la vettura potr… riprendere la marcia e non prima. Analogamente possiamo sostenere la stessa tesi per il funzionamento del corpo umano: non importa che i denti siano naturali o protesizzati per consentire al corpo umano di usufruire della salute; la condizione irrinunciabile perchè‚ il traffico d'informazioni non venga arrestato lungo le catene autostradali dei meridiani o nel Gran Raccordo Anulare della masticazione è quella che vengano mantenute delle improrogabili misure di riferimento della dinamica occlusale, ovvero che la bocca chiuda bene. L'estetica passa in seconda linea di fronte alla necessità di avere una dentatura funzionalmente integra che consenta perciò l'idoneo afflusso energetico per far funzionare il nostro corpo.
(**) Soggettivo ed individuale; le dimensioni massime tollerate possono variare anche in funzione degli stati emozionali del paziente. In gravi casi di stress affettivo aumenta l’ipertono dei muscoli masticatori e sternocleidomastoidei, la classica frase: “Stringi i denti…che poi ti passa!” per es può servire a figurarsi le ineterazioni tra emozioni ed occlusione dentaria. Utile su queste premesse potrebbe in talune situazioni l’utilizzo deiFiori di Bach che sembra possano variare ampiamente tale range.
Qualora la linea mediana degli incisivi superiori non combaci perfettamente con quella inferiore, si verifica la catastrofe funzionale del rallentamento o dell'arresto del flusso energetico dei due Vasi Governatore e Concezione che rispettivamente nei punti 27 e 24 confluiscono nei due punti di repere delle arcate dentarie sovramenzionate. Il bilanciamento occlusale è uno strumento insostituibile per il perseguimento della salute che incide fortemente sulla stabilità del lato inerente alla meccanica del Triangolo della Salute.
Dolori articolari e deglutizione
Tra deglutizione e deambulazione intercorrono stretti rapporti funzionali. Pensate che l'uomo deglutisce ogni minuto circa e facendo una rapida moltiplicazione, nel corso delle 24 ore, tale evento si ripete dalle 1700-1900 volte. Questo movimento automatico, finalizzato a resettare continuamente il computer della stagione energetica umana, evidenzia l'elevata dignità funzionale della mandibola nella fisiologia della sopravvivenza quotidiana. Pensate che quantitativamente le forze erogate per attendere questa funzione sono circa il doppio di quelle prodotte nell'arco della stessa giornata per svolgere la masticazione. Per ogni cmq vengono esercitati circa 52 grammi nell'atto involontario e automatico della deglutizione mentre quando si verifica volontariamente le forze raggiungono i 115 grammi per cmq. La mandibola è un osso unico, a forma di V, incernierato in due cavità (glenoidi). Esso è letteralmente sospeso al cranio tramite una serie di fasci muscolari masticatori ed un'articolazione doppia (l'articolazione temporo-mandibolare). La mandibola è stabilizzata in basso dalla lingua ed una serie di muscoli che s'inseriscono sull'osso ioide. La mandibola è la prima articolazione che inizia il suo viaggio di discesa verso la Terra per trasmettercene i primi fotogrammi che influenzeranno, sotto forma di un delicatissimo imprinting, la nostra evoluzione e crescita future. Fin dal secondo mese della gestazione il feto comincia a strutturare una mandibola rudimentale, attorno alla quale, progressivamente, come su di un'infrastruttura, viene approntato il resto dell'organismo. La mandibola è anche un prezioso organo d'informazione propriocettiva; essa serve a prendere coscienza dell'ambiente esterno nel nascituro prima e nel bambino poi. La mandibola può effettuare quattro distinti movimenti (Rotazione/ Lateralità/ Protrusione/ Trantrusione). Di questi quello di apertura mandibolare è un movimento rotatorio puro solo nella prima fase dell'apertura della bocca e cioè per circa 18-20 gradi. Oltre questo arco di movimento, se spalanchiamo la bocca, per esempio sbadigliando, la cerniera (la cavità glenoide) che alloggia l'estremità (il condilo) della mandibola diviene incontinente. A questo punto il condilo termina la sua normale rotazione e si proietta in avanti. L'inclinazione di questo piano osseo condilare è variabile per ognuno in funzione dello stato della dentatura.
E’chiaro che l'assenza di uno o più elementi dentari e/o la particolare disposizione e forma di tali elementi induce una variazione anatomico-funzionale della parte. La mandibola è un congegno estremamente delicato che risente della benchè‚ minima asimmetria masticatoria provocando la variazione dei contatti occlusali, tra dente superiore ed inferiore, che avvengono troppo precocemente (contatti prematuri) rispetto al preciso momento in cui dovrebbero "fisiologicamente" toccarsi. Il precontatto sottende pertanto ad una situazione patologica ed in quanto tale potenzialmente pericolosa dal punto di vista bioenergetico individuale. La normalità è rappresentata dal carico ortogonale all'asse del dente stesso e qualsiasi precontatto svolge un'azione deflettente sull'elemento dentario, che viene immediatamente "memorizzata" a livello del (SNC) Sistema Nervoso Centrale (tramite la Sostanza Reticolare) come "engramma pericoloso". Ogniqualvolta lo schema motorio errato torna a ripetersi, il Sistema Nervoso Centrale cercherà di "difendersi" modulando la tensione dei muscoli masticatori in maniera alternativa evitando gli engrammi a rischio tramite la variazione dell'occlusione abituale. Questo codice d'emergenza comporterà l'assunzione di una "postura masticatoria alternativa" per ovviare al famoso "precontatto". E’ come se la mandibola utilizzasse una sorta di "scorciatoia" per raggiungere comunque l'obiettivo dell'atto masticatorio, deconnettendo una serie di circuiti muscolari essenziali che la costringerebbero ad utilizzare un percorso masticatorio "ricco" di precontatti dannosi.
In pratica, per evitare il precontatto il SNC è costretto a
"spegnere" momentaneamente "la luce" del tono muscolare in alcune
parti del corpo, creando dei "Black Out" energetici che si
diffonderanno a vari distretti corporei muscolari corrispondenti ai
denti. Altrettanto utile potrebbe essere verificare metaforicamente tramite la Kinesiologia e la Medicina Ortomolecolare se qualche fusibile non funzionasse nel corpo umano. Trovandosi di fronte ad una serie di disturbi spesso da taluni definiti come inspiegabili, idiopatici o ancor peggio psicosomatici, si possono testare i vari muscoli-dente fusibile corrispondente eventualmente scollegati, al fine di ripristinare l'idoneo flusso energetico vitale. Quando ci si imbatte in un deficit muscolare od una carenza energetica specifica di un determinato organo, l'aspetto primario da prendere in esame dovrebbe essere quello occlusale. Una lombalgia refrattaria alla comune terapia medica potrebbe dipendere dai denti del giudizio che creano un precontatto masticatorio, capace d'innescare un meccanismo neurologico riflesso di blocco funzionale del corrispondente muscolo quadrato dei lombi. Tale fascia muscolare funge da stabilizzatore della colonna vertebrale lombosacrale, proteggendola dall'eccessivo stress del sovraccarico posturale e meccanico.
Molti pazienti, me compreso sottoposti a controlli specialistici ortopedici, perchè‚ affetti da disturbi a carico del ginocchio (meniscopatie, lassità legamentose, condromalacia di rotula etc.), già rassegnati ad una risoluzione chirurgica-artroscopica, si sono visti rivoluzionare positivamente la prognosi con la semplice eliminazione di un precontatto dentale del secondo molare inferiore, bioenergeticamente collegato al muscolo quadricipite femorale. Tale muscolo, come molti di voi forse già sapranno, garantisce la stabilità di questa delicata e preziosa articolazione del ginocchio. Una volta sanata la situazione dentaria, i pazienti possono in taluni casi veder scomparire progressivamente la sintomatologia con loro estrema gioia e soddisfazione per lo scampato pericolo chirurgico.
Probabilmente molti interventi chirurgici, esclusi quelli definiti d'urgenza (quoad vitam), correlati pertanto a situazioni di vita e di morte, potrebbero almeno in parte essere evitati, se si riuscisse a risalire alle cause iniziali delle malattie e si cercasse di sanarle con terapie idonee ed equilibrate che rispettino l'integrità del malato.
Diversa la situazione quando invece è proprio il paziente a richiedere un approccio chirurgico, magari per scopi estetici; in tali occasione sarebbe utile il supporto di una visita da parte di uno psicologo, mirata a verificare quanto quel particolare atto chirurgico possa essere utile ed indicato alle aspettative del paziente stesso.
La presa di consapevolezza che si può ottenere attraverso un sereno colloquio con un esperto psicologo può evitare di sottoporsi ad inutili procedure chirurgiche o quanto meno a rendere più consapevole il paziente della reale plausibile possibilità di poter risolvere incruentemente la problematica . Premesso che farmaci e chirurgia se ben utilizzati salvano indiscutibilmente milioni di vite e continueranno a farlo, purchè ben utilizzate, perché non cercare di ritrovare la propria integrità, la propria completezza, la propria unità riesaminando le nostre abitudini di vita, rendendole un po’ più umane e naturali…? Una perfetta efficienza occlusale, masticatoria, parodontale può spesso accelerare la guarigione da una patologia e/o il mantenimento di uno stato di salute ottimale. Qualora la funzionalità bioelettrica di un qualsiasi muscolo non sia garantita dall'integrità del dente-fusibile corrispondente, insorgono tutta una serie di problemi a catena che dovrebbero essere interpretati come segnalazione di necessità di un tempestivo ripristino del contatto elettrico difettoso, perseguibile con la bonifica della problematica dentaria. In tale eventualità potrebbe risulta controproducente ed oltremodo dannoso interpretare "il prezioso indizio diagnostico" della lombalgia, o del dolore ad un ginocchio come una dichiarazione di guerra imminente, da combattere a suon di cannonate farmacologiche.
Il corpo umano è una macchina meravigliosa che reagisce alle situazioni adattandosi al meglio al contesto ambientale nel quale s’imbatte creando sintomi prima e qualora inascoltato questi sfociano poi in malattie. Non è possibile curare un organo senza avere una chiara visione dell'insieme perchè‚ con questo tipo di approccio si apre una catena il cui anello terminale coincide spesso con la cronicizzazione della patologia iniziale. Quando, deliberatamente, scegliamo di non osservare la famosa luce rossa che lampeggia allarmante sul cruscotto della nostra "unica ed insostituibile" macchina è come se la casa produttrice dell'autovettura annullasse il contratto di garanzia, declinando ogni futura responsabilità sull'uso improprio dell'organismo. Al di là di tutto, è importantissimo acquisire la consapevolezza che la fonte della vostra guarigione è la vostra divinità interiore e siete sempre voi che dovete fare il primo passo per riconquistare il "Paradiso perduto" del benessere. Noi medici, in realtà, possiamo semplicemente aiutarvi in questo delicato processo di Maieutica, ovvero di rinascita fisica e spirituale, poichè‚ siamo umili strumenti del Divino, posti dinanzi ai vostri occhi come specchi per scrutare meglio nel profondo della vostra meravigliosa Divinit… interiore.
Volendo concludere la sfruttatissima parabola automobilistica, senz'altro per la guarigione è consigliabile ricorrere a meccanici di fiducia che prima di sostituire un pezzo della vettura umana si chiedano almeno se il mancato funzionamento di questa macchina perfetta non possa dipendere piuttosto dalla semplice dimenticanza di un banalissimo fusibile!
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La chiropratica fu proposta da Daniel David Palmer
(1895) che evidenziò l'importanza della manipolazione della colonna
vertebrale ipotizzando per primo che la compressione di un nervo o
di una radice nervosa a livello della colonna vertebrale potesse
scatenare disturbi locali e diffusi anche a distanza dalla sede
della lesione stessa. Palmer studiò anche la relazione del bacino
con torsioni vertebrali e alcuni tipi di scoliosi, codificò il
trattamento manipolativo, conferendogli dignità ed attendibilità
scientifica (The Chiropractor's Adjustor).
Quando ricorrere alla chiropratica – E’ sufficiente una minima alterazione posturale vertebrale e/o un loro minimo spostamento per creare una compressione o uno stiramento diretto o indiretto del midollo spinale, dei nervi e/o delle formazioni vascolari che passano tra le vertebre, molti dolori indefiniti o le cui cause sono sconosciute potrebbero essere curati con la chiropratica. La chiropratica è un complemento a disposizione dello specialista ortopedico e rappresenta una delle possibili terapie e non certo l'unica ed esclusiva panacea per tutti i mali. Spesso dolori a prima vista inspiegabili possono dipendere dall'equilibrio posturale della colonna vertebrale. E' in questa fase che la conoscenza della chiropratica consente all'ortopedico di espletare una diagnosi clinica fondamentale. A tal fine, esaminata la colonna vertebrale, il bacino, l'appoggio plantare e l'occlusione dentaria tramite esami RMN, TAC, radiografici, lo specialista potrà stabilire come intervenire.
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Il materiale scientifico presentato sul sito è indirizzato agli operatori del settore interessati alle patologie vertebrali. Per i pazienti le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico
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